Uno dei problemi del Bel?paese è l'ipocrisia valoriale. A fianco del tramonto del freno inibitore della moralità in ogni settore privato e pubblico, ci si ostina a sbandierare una pretesa civiltà coincidente con la garanzia delle libertà individuali. Guai a toccare l'informazione professionale, portatrice del 'vero' e del 'giusto', ma anche quella amatoriale, improvvisata, free lance dei blogger. Che possono così sbizzarrirsi con minori vincoli e pochi controlli a esercitare quel sacro diritto di esprimere la propria opinione su qualsiasi argomento, con qualsiasi tono e modalità. Odio una persona? mi apro un gruppo su facebook e inveisco contro di lui insieme con altri che la pensino come me; oppure ci faccio un bel film dal titolo inequivoco inneggiante alla sua uccisione; oppure scrivo che è un mafioso. Fin quando si coltiva questa 'passione' per la propria libertà di critica nel chiuso del proprio salotto con i propri amici, nulla quaestio (salvi i limiti di ordine pubblico), ma se brandisco questa cosiddetta libertà e ne faccio un'arma dialettica concorrendo a generare, anche se infondatamente, la condivisione dei contenuti del mio messaggio, sulla base dell'effetto gregario che deriva da qualsiasi sentimento forte, allora, probabilmente sto travalicando i confini segnati dal rispetto dell'altro e sto abusando della mia 'libertà'. e che un abuso socialmente rilevante e politicamente foriero di evoluzioni incontrollabili debba essere prevenuto ove possibile e represso ove manifestatosi penso appartenga alla medesima matrice 'civile' dei diritti/doveri di una comunità 'sana'. Evitiamo allora di ricorrere alla retorica della libertà per difendere quelli che facendone cattivo uso la sviliscono riducendone di molto il carattere 'fondamentale'.
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment