Come una scimmia sulle spalle, logorante compagnia quotidiana, gravante su corpi acerbi, talvolta, usurato dalla passività di essere continuamente svuotato e riempito del mondo di cose di un altro, talvolta, si ribella. E reagisce alla sua profanazione. Avviluppandosi con la scivolosa abilità di un poledancer tramite i suoi tentacoli di plastica al collo della vittima non lascia 'scampo' (anche per naturali cicli alimentari), specie quando corrobora la presa con i dispositivi di (in)sicurezza, senza via di ritorno. Tardivo l'intervento della fortuita (sfortunata) astante: un istante prima avrebbe evitato il peggio, un istante dopo l'avrebbe commesso, complice involontaria. Tre interrogativi si affollano nella mente: Come disfarsi del corpo, come dirlo all'altro genitore? Ma soprattutto cosa fare del killer con il tentacolo reciso? 1. Si può simulare un salto in un canale che la vittima poteva credere pieno d'acqua, un tuffo finito male (è un'idea un po' balorda, ma in così poco tempo cos'altro può venire in mente?), 2. Si può negare tutto, tanto mi ha sposato, mi sosterrà, 3. ... si può condannare all'esilio, gli si può sottrarre il diritto di cittadinanza - troppo tempo attraverso la giustizia ordinaria, meglio l'autodichia -, si può abbandonare extra moenia a riflettersi nello scheggiato specchio della memoria, a vagheggiare di una quotidianità oziosa ma rassicurante ormai perduta.
protagonisti: Fidone, il cane poliziotto; Piovra, l'ultimo degli zainetti; MississChef, specialista di tagli e legacci; Ubiqua, surrogato materno; Vaedelictis, nonno arzillo forse troppo
Saturday, December 27, 2014
Thursday, December 25, 2014
Wednesday, December 24, 2014
Buone cose
E chi è solo, che non sempre coincide con chi si sente solo, cosa fa? Se è fortunato e ha una casa, un riscaldamento, può rimbecillirsi vagando tra immagini televisive d'antan, circensi, concertistiche, ascoltando in sottofondo la messa di papa Francesco, oppure può vivere la vita degli altri, divorando, dopo il cenino, video, foto, messaggi che piovono random come calici di stelle rovesciati dalla galassia. Se non lo è, cerca un riparo, qualche cucchiaiata di brodo, presenze umane che ne riscaldino l'animo, aspettando l'alba di un nuovo giorno che reciterà, purtroppo, ciclicamente lo stesso copione.
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