Come una scimmia sulle spalle, logorante compagnia quotidiana, gravante su corpi acerbi, talvolta, usurato dalla passività di essere continuamente svuotato e riempito del mondo di cose di un altro, talvolta, si ribella. E reagisce alla sua profanazione. Avviluppandosi con la scivolosa abilità di un poledancer tramite i suoi tentacoli di plastica al collo della vittima non lascia 'scampo' (anche per naturali cicli alimentari), specie quando corrobora la presa con i dispositivi di (in)sicurezza, senza via di ritorno. Tardivo l'intervento della fortuita (sfortunata) astante: un istante prima avrebbe evitato il peggio, un istante dopo l'avrebbe commesso, complice involontaria. Tre interrogativi si affollano nella mente: Come disfarsi del corpo, come dirlo all'altro genitore? Ma soprattutto cosa fare del killer con il tentacolo reciso? 1. Si può simulare un salto in un canale che la vittima poteva credere pieno d'acqua, un tuffo finito male (è un'idea un po' balorda, ma in così poco tempo cos'altro può venire in mente?), 2. Si può negare tutto, tanto mi ha sposato, mi sosterrà, 3. ... si può condannare all'esilio, gli si può sottrarre il diritto di cittadinanza - troppo tempo attraverso la giustizia ordinaria, meglio l'autodichia -, si può abbandonare extra moenia a riflettersi nello scheggiato specchio della memoria, a vagheggiare di una quotidianità oziosa ma rassicurante ormai perduta.
protagonisti: Fidone, il cane poliziotto; Piovra, l'ultimo degli zainetti; MississChef, specialista di tagli e legacci; Ubiqua, surrogato materno; Vaedelictis, nonno arzillo forse troppo
Saturday, December 27, 2014
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