Friday, April 29, 2011

Ad ecclesiam confugere

In un momento politico animato dalle discussioni su richieste e diritti d'asilo, c'è chi all'asilo, di canonica memoria, è costretto. Il candidato sindaco di Napoli del PDL si è riparato infatti nell'area archeologica del complesso di San Lorenzo dalla furia verbale e salivare di beceri cerberi della 'democrazia' che gli contestavano l'affratellamento con i fascisti, che si distinguono, nell'immaginario nazionalpopolare, proprio per atteggiamenti di cui Lettieri è stato paradossalmente vittima. Il riferimento era ai disordini scoppiati in mattinata presso la facoltà di Lettere dell'Università di Napoli, dove, a seguito di scontri tra bande armate rosse e nere (centri sociali e casa Pound), sono state ferite alcune persone.

Machete

Sottile come un rasoio affonda nella sociologia contemporanea dei 'confini' con una precisione di taglio politico ed una leggerezza di tocco chirurgico da cui molti dovrebbero apprendere. Sembra la riedizione a stretto giro di El Grinta, ma l'ironia solleva il film dal pantano dei tradizionali docufilm strappalacrime nonché dalle pastoie retoriche filoreietti e si proietta nell'incarnazione laica di un Salvatore la cui via crucis è lastricata dai corpi esanimi dei suoi cari. Ancora la vendetta impera e con essa il riscatto che non è altro che l'equilibrio tra 'law' e 'right'. Tagliente.

On the movie

Gli ultimi saranno ultimi 2015. Parabola depressiva sulla mancanza di lavoro, le discriminazioni delle donne incinte, la povertà endemica e il confronto sociale. Retorico, con lieto fine.
Irrational man 2015. Woody confeziona l'ennesimo prodotto di fabbrica. Riconoscibilissimo per fattura e nevrosi. La storia di un professore di filosofia ossessionato dal delitto perfetto, che riesce fino ad un certo punto ad attuare, fino a quando la sua fidanzata (oltre che sua studentessa) raccoglie indizi e lo inchioda alle responsabilità. La storia è quella di Scattone. L'interprete maschile gli somiglia.
Io che amo solo te 2015. Bella colonna sonora per un film-spot su Polignano a mare con Scamarcio e Chiatti. Fa il verso al migliore Ozpetek, richiamando i triti motivi del figlio di famiglia gay (Mine vaganti, ad es.), del matrimonio corale con tradimenti incrociati (L'ultimo bacio).
Un'altro anno di Mike Leigh si ispira alla circolarità stagionale della vita del cosmo e delle persone, tipica di certo cinema nippo-coreano autoriflessivo. Un bel film zen.
Boris Il film è la versione allargata dei mitici episodi della serie, con l'effetto di annacquare la densità delle trame tessute nel sottobosco della sovrapproduzione filmica di questi tempi. Borioso, appannato. Gli attori della serie, esplosi in numerosi film italiani (ma dov'è la crisi?), danno del loro meglio altrove.
C'è chi dice no, nonostante la prezzemolina Cortellesi e il convincente Argentero, si avvolge nel luogocomunismo, a livello di sceneggiatura, e si arrotola nell'autocompiacimento alla 'Amici miei', in tono minore, molto minore. c'è chi dovrebbe dire no al film.
Cappuccetto rosso sangue, rievoca le atmosfere di Village, con il senso della comunità protetta da un nemico invisibile, ma affonda nello splatter computeresco di un'ispirazione defavolistica piuttosto depressa. Rosso vergogna.
Diciottanni. Il mondo ai miei piedi. Esempio dell'estrusione della creatività filmica contemporanea. Ingredienti non nuovi, trama acerba incentrata su un giovane dall'infanzia difficile, che cerca nella solitudine dell'intreccio sessuale reiterato la via di fuga da un presente ricco di risorse ma avido di prospettive. Nonostante l'età, immaturo.
Faccio un salto all'Avana. La tristezza di un film sedicente comico è nel vedere ingabbiato l'estro del protagonista in un personaggio scalcinato alla ricerca improbabile del fratello. Meglio un salto nel fiume.
Il cigno nero. Capolavoro impressionista di un viaggio interiore alla ricerca di sé, alla ricerca di sì.
Il sesso aggiunto. Inno alla morte per droga. Prodotto slegato che ricicla i tormenti di un gruppo di tossicodipendenti tra libere scelte ed evasioni vincolate. Scaduto.
Limitless. Sogno dei multitasker. Potenziamento infinito delle capacità mentali.
Notizie dagli scavi. Film cartolina per Roma. Sullo sfondo la storia di un cameriere di una casa aperta, autistico nella misura in cui conduce in giro le protette, oltre che nel ridondare continuamente in discorsi recidivanti autocentrici. Scrittura teatrale interpretata in modo asincrono dai protagonisti. Riesumato senza speranze lazzaresche.
Bitch Slap. Tarantolato. Struttura narrativa a spirale cronologica concentrica retroversa. Naif e grossolano il plot arriva allo spettatore con tutta la sua carica caricaturale, sollevandosi dall'allusione erotizzante e diluendola in un processo di banalizzazione estetizzante esibita e dunque asettica.
Red State. Perfetto ologramma della società americana tutta libertà e, quindi, schiavitù. Licenza e frenesia religiosa che si traduce in ostacolo alla sicurezza quotidiana dei cittadini catturati per la loro lascivia morale e immolati su un altare di pretesa verità assoluta. Si esibisce l'America muscolare con una stoccatina alle facili etichette post-2011 dal cui fondo emerge un rantolo di umanità sconfitta. Ben costruito anceh se un po' banale.
Kill me please. Divertito sguardo surreale su aspiranti suicidi che ricorrono ad una clinica specializzata nel ridare dignità all'estremo atto. L'inizio è promettente ma poi il film si sfilaccia e si suicida anch'esso nell'ultimo canto del(la) cigno/a.
Wrecked. Ha la potenziale intensità di un corto dilatata però per 90 minuti. Con visioni che si ripetono ossessive ma non contribuiscono alla migliore caratterizzazione del personaggio, unico, in un'asfittico one-man-movie, che, ridotto nelle sue dimensioni, sarebbe stato un piccolo capolavoro con sorpresa finale.
Le regole della truffa. Cosa farebbero due bandi di rapinatori di banche se si trovassero nella stessa banca? La risposta, articolata in una trama che ondeggia tra il thriller e lo spt-movie, ce la dà questo film. Che riesce a far sorridere, quasi sempre.
Habemus papam. Ottimo ritmo. Si ingoia come un'ostia, sciogliendosi piano sotto il palato, rilasciando il suo sapore gradatamente, esaurendosi all'improvviso. Piacevole, peccato per la presenza (purtroppo non rapida) del regista, che non costituisce il perno critico del film, ma una divagazione stereotipa e talvolta ossessivamente bacchettona, tranne che nel coinvolgimento dei cardinali nella partita di pallavolo, molto godibile. Retour à l'humanité!
Student services. Argomento scabroso e attuale. Ben modellato. Talvolta recidivo e ridondante. Ma comunica l'angoscia divertita e disperata di chi fa di tutto per tirare avanti.
Area 51. Sciocco ennesimo racconto dei misteri alieni celati da una superficie militare. Con gli alieni cattivi tranne uno, J rod, integrato con la comunità. A tratti comico.
Orcs. Come B-Movie va alla grande. Terrore comicizzato e annacquato.
Abduction. Interessante trama da spy story che si dipana in irrealistiche scene d'amore e lotta. La ricerca casuale delle proprie origini proietta uno sfaccendato studente nel vortice del classico intrigo CIA-agenti dell'Est con prove di forza e uccisioni chirurgiche sulle tracce di un elenco di politici corrotti.
The perfect host. Suspence ad ogni scena. Geniale inizio. Un'anatra all'arancia meccanica, al contrario, perfetta nei suoi ingranaggi dialoganti tra realtà e immaginazione.Un ladruncolo si intrufola nel nido di elefantasie di un solipsista agorafilo che rifrange se stesso negli amici di cui fittiziamente si circonda. La partita a scacchi con la morte è una citazione rielaborata con la carrellata di flashback che attraversano la trama e si intrecciano perfettamente. Potente il prefinale, banale il finale.
Corpo celeste. Italiano. Il rapporto difficile di una tredicenne con il proprio corpo e con gli altri alla ricerca di un'identità da ribelle, nella periferia del Sud.
Drei. Interessante variazione tedesca sul tema delle relazioni a tre proposto, da ultimo, dagli svedesi di Una soluzione razionale. Bella costruzione piramidale che termina non con una ma con tre punte. Imbarazzi e ripicche sono stemperati nell'equilibrio armonico del numero perfetto.
I tre moschettieri. Un po' Matrix, un po' Pirati dei Caraibi. Trama infilzata come uno spiedino, prevedibile e non comunica nulla, salvo annunciare la seconda puntata.
This must be the place. Pietoso percorso psicautoanalitico di un improbabile saggio dell'era contemporanea (in realtà un rocker in pensione più verso Edward mani di forbice che verso Marilyn Manson: divergenza tra apparenza e sostanza) a ritroso nella sua esistenza, colmo di tanta repressione affettiva nei confronti del padre da ridondare in depressione, alla ricerca della vendetta contro la morte delle speranze, condotti entrambi nel rotolante bagaglio della memoria. Una serie di corti di pop art legati dall'identità del protagonista.
Margin Call. La madre di tutte le tempeste finanziarie tra cinismo e rigurgiti acidi di umanità. To be seen along with Wall Street, più sonoro e caciarone, questo, invece, noir, ambientato in una notte anche se il sole splende come a mezzogiorno, in un crepuscolo senza fine delle coscienze carozzate Ferrari. Con Irons e Spacey.
Emotivi anonimi. Voleva essere un clone di Chocolat, voleva essere un film leggero di indagine psicologica, non può essere né l'uno né l'altro, ma solo anonimo come il titolo.