Una lunga litania di ricorsi (una cinquantina) presentata da aspiranti ballerini per essere ammessi alle danze del potere. Respinta, sistematicamente. Pare che la Suprema Corte degli USA non voglia - a dispetto della composizione prevalentemente 'repubblicana' (6 a 3) - accogliere le censure dei trumpiani e di Trump stesso. Intanto anche Giuliani, il suo avvocato, è covidato e allora non resta altro che far scommettere il governatore del Texas: la posta, altissima, è l'annullamento dei mandati prodotti da Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin (giusto 62, sufficienti a degradare Biden sotto il threshold dei 270 - ne ha attualmente 306). Il motivo? Violazione delle regole democratiche consacrate nella Costituzione attraverso l'omessa protezione da frodi del voto postale. Arzigogolato? A dir poco.... Vedremo!
Wednesday, December 9, 2020
Monday, November 23, 2020
I miei primi 40 anni
40 anni fa più o meno a quest'ora ho avuto paura di morire. Gli avvolgibili tirati giù vibravano di forza tellurica. Sembrava che uno stormo di picchi volesse entrare nel salone dove guardavo il telegiornale. L'esternità dell'apparente impatto inquietava e rasserenava al tempo stesso. Finché tengono le finestre, non ho problemi. All'improvviso le lampadine sospese cominciavano a proiettare luci ondulate sulle pareti, in un veloce turbinio incontrollabili. E il divano cominciava a muoversi (che gli uccelli siano riusciti a entrare e ad imbottire di piume esagitate i cuscini?). Voci sempre più acute attraversavano uno spazio non più terraneo ma liquido. Sussulti dei mobili - lo erano per davvero - si alternavano a grida sconnesse, lacerate, laceranti. Il terremoto. 'O Vesuvio!
Ricordo la notte passata in auto. La solidarietà e i rigurgiti di religiosità accantonata che si componevano in una catena di sopravvivenza tra i vicini, prima lontani, ed ora pronti a fuggire verso chissàdove in uno slancio irrazionale che doveva essere anche quello degli ercopompeiani, sopraffatti e raggelati in un bollente abbraccio imperituro.
Ricordo i giorni che seguirono. L'ansia costante che non si ripetesse. Non immaginavo che 40 anni dopo (un orizzonte temporale troppo lungo da poter esser visto, di cui non avevo alcun tipo di percezione mentale) ne avrei scritto.
40 anni dopo ho paura di non vivere. In realtà è da 8 anni e mezzo che ho questa sensazione. Ma ne riparleremo tra altri 40 anni.
Saturday, November 21, 2020
La danza dei colori
Giallo, rosso (magenta), blu (ciano). Colori primari. Voce della luce. Base della percezione estetica del mondo. Codici espressivi. Bianco sintetico. Nero esclusivo. Rosso sangue, blu jeans, giallo sole. Giallorosso arancione eppur giallo. Bianconero. Addizione e sottrazione: l'immobilità. Assembramento e distanziamento. Gialloblu è verde, Speranza. Molto giallo e verde, invero, ma di rabbia gli arcipelaghi deambulanti. Bianco Natale. Quest'anno forse giallo. Libero isolamento. Dal freddo opaco di giorni uguali. Trasparenze remote di prospettive necessarie.
Wednesday, November 11, 2020
Ma che razza di giornalismo...
Che tristezza vedere l'affannarsi di pennivendoli e riempischermo nel seguire schierati e inappuntabili gli ordini editoriali superiori. In Italia come all'estero. Da circa una settimana è bufera mediatica contro la Campania: ogni giorno non c'è telegiornale o rotocalco parapolitico che non si indigni del fatto che la Campania non sia stata collocata in una fascia di colore più scuro di quella che attualmente occupa, a dispetto delle immagini propalate dalle stesse trasmissioni e volte a disegnare uno scenario di degrado e diffusa inciviltà. Certo, comprendo che veder scialare migliaia di giovani su una delle coste più belle d'Italia susciti motivata invidia e, in taluni, particolarmente paranoici, giustificata apprensione. Ma accanirsi nel modo visibile a tutte le ore sui vari media, basandosi vuoi sull'oscillatorietà dell'atteggiamento del presidente della Regione, vuoi sui tentennamenti del Governo, vuoi ancora sulla pressione esercitata da gruppi oscuri (se ne hanno le prove? allora occorre denunciare i fatti, non se ne hanno? allora si cercano o si tace), immalinconisce chi crede che, pur nell'opposizione delle opinioni più svariate, occorra sempre riconoscere diritto di cittadinanza a idee fondate su dati, quantomeno in un sistema che si autodefinisce libero e democratico.
L'ultima perla sulla questione giallo/arancione/rosso, ai limiti del delirio razzista, è apparsa sul seguente blog (forse più correttamente un burp, che non meriterebbe neanche la limitatissima pubblicità in questa sede, ma vale come esempio negativo e come tale è sempre bene aver presente da cosa occorra prendere le distanze per non apparire forzatamente faziosi, ciechi e sordi, sebbene non di nascita, ma di ... occasione): https://www.nicolaporro.it/continua-il-siparietto-sulla-campania/
Friday, November 6, 2020
Unlockdawn
Confina.menti aperta.mente alienanti
Tuesday, October 27, 2020
Ristori, pasticci, teatrini, bari e t'imballi
Tutto in un decreto. Evocativo finanche nel nome dei destinatari dei benefici 'assistenziali'(stici; ma sì esageriamo con gli -ismi), solo parzialmente sufficienti a rettificare un'inevitabile parabola economica decrescente (bene[de]fic[
i]enza senza investimenti, ma semplicemente senza menti). E immagino un mondo parallelo, matrixiano, in cui le dimensioni spazio-temporale sono invertite e la simmetria speculare svela capacità predittive, ovviamente indotte dal regredire verso il problema con una prospettiva futura, con il tanto celebrato senno di poi. E immagino un maggio in cui il tepore solare accarezza frotte di apprendisti infermieri/anestesisti che si recano negli ospedali dove riceveranno un corso intensivo specializzante di quattro mesi per imparare a gestire le intense tensioni che ci saranno e un giugno caldo in cui le casse dello Stato dischiudono i loro battenti per distribuire congrue quantità di risorse destinate all'acquisto di macchinari che serviranno e un luglio bollente in cui siti pubblici dismessi o subutilizzati creano lo spazio necessario per l'accoglienza.
E un agosto in cui avremo meno disoccupazione, più strutture e spazi sanitari a disposizione, meno pressione sui presidi clinici, e un settembre in cui milioni di zainetti non smetteranno di rimbalzare sulle schiene in una corsa felice e un ottobre sereno in cui libera sia la scelta ammalarsi. Perché anche questo è un diritto, sacrosanto, purché non infranga l'analogo diritto di altri di essere curati.
Sunday, October 25, 2020
Se il tempo fosse un gambero
Oggi, 25 ottobre, si celebra la giornata mondiale della pasta. Oggi, 25 ottobre, torna l’ora solare, un’ora in meno di luce serale, in cambio di un’alba anticipata.
Ci sarà una connessione? - mi sono chiesto. Beh sì, certo, il tempo. Quanti minuti concedete all’acqua gorgogliante di bollori libera(era)tori per penetrare nell’impasto, gelatinizzando l’amido e facendo coagulare il glutine? Certo, detta così diventa decisamente meno appetitosa. Ad ogni modo, io la estraggo dall’acqua - ebbene sì, le reminiscenze di BayWatch, serie TV degli anni ’90, si sono annidate in qualche recesso della mia mente, e riemergono in questi atteggiamenti salvifici - diciamo circa un 20% in meno del tempo consigliato. Croccante? Quasi, ma c’è che la rituffo in un amalgama (sì è maschile, di un genere moderno, open, no binary) sempre diverso di spezie e intingoli, la faccio un po’ sguazzare prima di farle piovere addosso ogni tipo di polvere e scaglie. Gnam.
Il programma culinario, semplice e lineare, l’ho impartito ieri notte ad un amico, del tutto disavvezzo a fornelli e pentole, che, imbarazzato nel ricevere un ruolo così delicato, insisteva, pregava quasi, di esserne esonerato. Toccava a lui. La sorte aveva deciso per noi. Era tardi, molto. Le ultime parole, prima di lasciarlo alle sue incombenze, furono le mie: “guarda, sono le 2.56, per i bucatini 7 minuti, quindi li tiri fuori alle 3.03 e li mantechi, li condisci etc. ti aspettiamo di là!”. Non era la nostra cena. Era lo ‘sfizio’ della nottata.Nell’altra sala si discettava di amore in tempi di covid (che originalità…). Delle difficoltà di comunicazione tra partner lontani, separati nella ‘primanera’ del 2020 e mai più incontratisi in un’estate surreale. Si parlava di parentesi (ma anche di catacresi e aferesi), di sospensioni, quindi anche di virgole, brevi, o di punti e virgole, più lunghe, di interruzioni, di punti, allora, non di sutura di cuori lacerati, ma proprio di “period” in senso american english, osservava un altro amico. Di conclusione. Ma vuoi mettere l’ambiguità rassicurante della parola evocata dall’anglofilo… Period, punto fermo che diventa punto di vista, mobile, variabile nell’angolazione, non più puntuale, ma fluido, che scorre come il tempo e che diventa allora illusione di continuità, di non perdita (nonostante il significato colloquiale), di limbo. Non è finita, pensavo, bensì dura. È effettivamente dura. Come la pasta dopo 3-4 minuti di sauna. OMG! Ma eravamo lì ad attendere, non pazienti (per fortuna), il risultato della sfida, del nostro amico impavido candidato a Masterchef, noi coraggiosi-ssimi degustatori. Quanto tempo è passato? Sono ancora le 2, bofonchiava l’anglofilo riverso sul sofà a biascicare ‘chips’, direbbe lui. ANCORA? Il vortice mentale aveva travolto i secondi mai primi, i minuti mai obesi, le ore o mai più e dunque? La pastaaaa! Volo in cucina e … il nostro indomito cercava di domare uno strabordante brodo colloso scoppiettante. Scusa, ma questa pasta è un "po’lenta" – gli dico. Eh lo so - mi risponde -, ma mi hai detto alle 3.03 e sono ancora le 2.30…
Oggi ho giocato con gli orologi di casa, quelli finti antichi, con le lancette e la suoneria. Come chi li possiede ben sa, facilissimi da regolare in avanti, un incubo all’indietro. Una metafora forse della vita. Talvolta è semplice andare avanti ignorando, nascondendosi, per ripararsi da un errore, più complicato tornare indietro, per riparare a un errore. Le incrinature nei rapporti si cristallizzano nel tempo se non si pone pronto rimedio e restano cicatrici nella memoria. Mi piacerebbe girare le lancette indietro fino a quel momento in cui ….Tuttavia tempus revertit solo in Tenet, di norma tempus fugit, come la giovinezza e l’appetito di una pasta che
stanotte purtroppo non tenet.
Saturday, October 24, 2020
Schizosfrenati
8 mesi da Codogno. Dal paziente 0. Siamo ancora punto e a capo.
Il limite della politica delle opinioni è che si ventilano ipotesi, troppe, e non si ventila in ospedale.
La sicum(')era dei governanti, indifferenti al come sarà, trionfa su un concetto ontologicamente antitetico all'emergenza ma che, se attuato, sarebbe (stato [ormai]) in grado di prevenirla: la programmazione.
Abbiamo fondi europei senza fondo, ma andiamo piano con i piani di impiego.
Abbiamo avuto mesi di tregua e abbiamo contemplato il rincorrersi delle stagioni, adagiati sullo/a Speranza che 'tutto andrà bene' e 'tutto è sotto controllo'. Il sole bello d'agosto aspettava però una nuova eclissi. Della ragione, anzi di questa proprio un'ellissi. Ora c'è chi è fiero della Fiera e chi della modularità della reazione, ma pare non sia abbastanza. Manca sempre qualcosa. Non più mascherine, anzi, proprio per Halloween (alluìn) ce n'è, ce n'è. Manca l'aria e il coprifuoco, inteso come spegnimento di un consumatore di ossigeno, non ce la può dare. Manca soprattutto chi l'aria sa farla defluire dove serve. Perché? Forse potevano iniziarsi corsi di formazione brevi e intensi per assistenti sanitari? Forse potevano prodursi e acquistarsi più dispositivi? Forse potevano requisirsi e utilizzare o riattare spazi in cui allocare strutture e nuovo personale? è la ragione del post (anche di questo che scrivo), certo, ma ne abbiamo già avuto uno di post, che si è tradotto però, per un mistero anagrammatico ma infine drammatico, in uno stop, senza go.
Quid nunc?