Sunday, November 9, 2008

Derive derise nella TV italiana

Isola. Famosi o affamati di fama. Talpa. Cecità della ragione. Conduttori. Donne, ma sembrano uscite dal bar dello sport, dopo qualche pinta di troppo. Da quello stesso bar in cui ha vissuto un'altra Signora della Tv (peccato per lo stridore della voce). Ebbene, in prima serata, che una 'signora' possa riferirsi con 'non-chalance' alle gonadi maschili (ed un'altra ospite in studio bestemmiare), in un impeto, purtroppo non represso, di liberazione dai ruoli marginali, accantucciati, subliminali cui le donne di oggi, specie quelle rampanti, si sentono egocentricamente condannate da un maschilismo imperante (?; ormai solo virtuale, appartenente all'aneddotica 'd'antan'), per poi giustificare, se non legittimare, la rabbia e l'arroganza, la prepotenza con cui si affermano a diversi livelli nei diversi settori della società, rivendicando pari dignità, ed acquisendone, purtroppo, in certi casi, di maggiore, mi sembra il coronamento della lunga crociata per le pari opportunità, che, tradotto dal politichese nella pratica quotidiana, vuol dire consentire la conquista di spazi e tempi di intervento, addirittura percentualmente dosati, alle donne, in ragione della loro appartenenza ad un genere sessuale. Che, oltre a trasformarsi in una discriminazione al contrario, esalta l'essenza causale di un'assenza, costringendole all'occupazione, o almeno alla qualificata brama, di posti riservati in danno di altri, forse più adatti, se non più dotati, ma penalizzati dall'essere maschi.
Paradossi di una società anatomica più che ergonomica.

1 comment:

Anonymous said...

la "crociata per le pari opportunità" condotta alle estreme conseguenze" (servizio militare compreso e "lines seta ali" e "buscofen" sempre più adeguati alle imprese impossibili di queste super donne) è quanto di più maschilista la politica femminista abbia creato... Come dire: "la donna può essere degna di rispetto solo se esplica le stesse funzioni "maschili"... Non bastava "valorizzare" le attitudini funzionali delle donne, battersi affinchè il valore di una camicia stirata bene e di un piatto di "pasta al dente" venisse riconosciuto, piuttosto che impossessarsi caparbiamente di ruoli altrui denigrando quelli che hanno svolto per secoli!
Un dubbio mi assale: ma le nostre nonne e le attuali -rare-casalinghe di professione -allo stato dei fatti- meritano rispetto? Mahhhh, chiediamolo alle wonder women della nuova (malata) generazione