Thursday, November 20, 2008
Meglio Ikea
Avete mai provato le sedie scandinave? Comode come le panche di una birreria, utilizzano il minor quantitativo di materiale possibile. Logico, sono economiche ed il risparmio, in un'economia dove nulla si crea e molto si distrugge, si può fare su quantità o qualità inferiori dei manufatti. Ebbene, di sicuro le forniture per l'arredamento della Commissione parlamentare di vigilanza Rai, nonostante Stella e Rizzo, e aggiungerei Brunetta, sono di diversa provenienza, con sovrabbondanza di adesivo, che fuoriesce dalla poltrona, pervadendo come un blob le circostanze e soprattutto tenendo incollato il seduto di turno. Non di Toro si tratta, ma a fare l'indiano ci riesce benissimo: è la storia di un gagà napoletano, assurto da una vita professionale brillante ad una carriera politica trasformista per necessità (DC, CDU, Margherita, infine PD), che per 'rispetto delle istituzioni', eletto regolarmente presidente della commissione, non vuole dimettersi nonostante le 'violente pressioni' di compagni e capi di partito e gli inviti, non disinteressati, della maggioranza di governo che ha contribuito in maniera decisiva alla sua investitura, insieme con due dissidenti o 'distratti' di sinistra. Certo l'atteggiamento del neoeletto è un po' mastelliano, da aggrappato al carillon di famiglia nel pieno di uno tsunami, ma quel che è peggio è l'atteggiamento di un'opposizione 'mafiosa' che recupera e pratica metodi stalinisti di dissuasione (fino all'odierna espulsione), ma anche di una maggioranza che, fintamente - immagino -, cerca di dimostrare uno spirito collaborativo concordando infine sul nome di Zavoli. Il rispetto delle regole non consente di deporre l''incollato', occorre appellarsi ad un atto di correttezza istituzionale che tarda a venire, forse perché nel frattempo possono maturare corrispettivi politici interessanti e quindi come in qualsiasi suk il detentore di maggiore forza contrattuale tira sul prezzo delle dimissioni o della 'decollazione'. La strategia di sinistra (o meglio dei nemici di Berlusconi) risulta ancora una volta fallimentare e naufraga sotto i colpi del fuoco amico: dapprima con l'ostinazione a presentare un impresentabile, nonostante il recesso operoso della destra sulla votazione alla Consulta (rammentato a Bocchino da Latorre su La7 in una scena da avanspettacolo), quindi con il suicidio d'immagine pubblica commesso dall'accanirsi contro Villari. Il potere logora chi non ce l'ha.
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