Thursday, November 13, 2008

L'invidia dei vinti

Triste e un po' patetico l'atteggiamento italiota di certa inclinazione politica. Piuttosto che elaborare progettualità alternative alluse dall'umbratile governo (in ombra, altro che ombra) si diletta da una parte a gioire di successi altrui appropriandosi, per qualche strana alchimia ideologica, dell'onda (a dire il vero anche della nostrana Onda) di consensi ottenuti oltreoceano da un democratico che condivide forse solo l'attributo politico con il PD locale; dall'altra a sottolineare contraddittoriamente (ma il senso del ridicolo manca a molte persone, che preferiscono battezzarlo diritto di ripensamento), attraverso il ricorso a vituperati quanto malcerti sondaggi, la diminuzione dell'appoggio popolare al governo in carica. Per di più evidenziandola in pagine una volta nobili del giornale. Provincialismo culturale esaltarsi per la vittoria di Obama, narcisismo necrofilo compiacersi per le disgrazie (tutte da dimostrare) altrui, squallido pettegolezzo tentare di creare trafelatamente casse di risonanza per i complimenti sui generis di Berlusconi al presidente eletto (v. precedente post), inventando ampio risalto sulla stampa americana, tra l'altro negato proprio dai microfoni di Primo Piano (trasmissione non troppo destrorsa). Attendiamo fiduciosi la maturità di un partito (?) che si presentava come Politica Dirompente e che è diventato Perdenti Disorientati.

1 comment:

Anonymous said...

la progettualità alternativa comporta il rischio dell'esposizione al dissenso. c'è chi preferisce "aspettare che il cadavere passi lungo la riva del fiume". La natura li chiama "avvoltoi", la politica "minisrti ombra": sottigliezza etologica o etimologica?